CALA GONONE, UNA GIORNATA IN BARCA TRA LE CALETTE SARDE
Il mare cristallino del Golfo di Orosei e le incontaminate montagne del Supramonte costituiscono il patrimonio naturale di Cala Gonone. La frazione del comune di Dorgali, in provincia di Nuoro, offre scenari meravigliosi che lasciano a bocca aperta persino le persone del luogo.
Oggi però ti parlerò solo di Cala Gonone e della giornata in barca che puoi organizzare facilmente. Scoprirai le cale e gli scorci meravigliosi che potrai ammirare scegliendo di affittare un gommone o di partecipare ad un tour su un barcone.
CALA GONONE: COME RAGGIUNGERLA
Dorgali, e quindi Cala Gonone, si raggiungono facilmente dalle maggiori città sarde, percorrendo la strada statale 131 – diramazione Abbasanta/Nuoro – uscita Lula/Dorgali. Il paese è collegato a Cagliari e Olbia dalla s.s. 125, chiamata anche Orientale Sarda perchè unisce tutte le località che si affacciano lungo la costa orientale della Sardegna. Quest’ultima è più lunga e tortuosa ma ricca di incredibili scorci panoramici.
Io sono partita da Cagliari passando per la s.s.131 e proseguendo sulla s.s.131dcn in direzione Nuoro. Ciò che mi è più piaciuto del tragitto è stato vedere in lontananza il Supramonte. Sembra quasi di cartapesta col suo colore grigio calcareo che spicca in mezzo alla vegetazione florida. Pare quasi che si trovi lì per caso, in tutta la sua maestosità.
IL GOLFO DI OROSEI
Ci sarebbe tantissimo da dire soprattutto perché in questa zona della Sardegna sia gli amanti della montagna che del mare non possono rimanere delusi. Il Golfo di Orosei, infatti, rappresenta la più selvaggia ed incontaminata zona costiera dell’isola. Da Cala Gonone 40 chilometri di scogliere e spiagge ancora intatte offrono a chi ama camminare un viaggio alla scoperta di cale, falesie, grotte e percorsi d’acqua.
Nell’interno, invece, il Supramonte Montano, un complesso montuoso di altopiani carbonatici, offre scenari naturali caratterizzati da dirupi, gole e canyon, sorgenti carsiche e sistemi di grotte spettacolari.
CURIOSITÀ
- La parte di Supramonte che si trova ad Oliena è anche conosciuto col nome di “Dolomiti sarde” che raggiungono la loro massima altezza nel maestoso Monte Corrasi, 1463 metri, la cima più alta dei Supramontes.
- “Hotel Supramonte” è il titolo di una canzone di Fabrizio De André. Essa racconta in maniera poetica l’esperienza della prigionia vissuta da lui e sua moglie Dori Ghezzi in seguito al loro rapimento avvenuto il 27 Agosto 1979.
CALA GONONE IN BARCA: SE NON PRENOTI IN ANTICIPO
Questa giornata in barca a Cala Gonone è stata una delle decisioni last minute prese la sera prima della partenza.
Solitamente, se si vuole affittare un gommone e visitare in autonomia le cale del Golfo di Orosei, bisognerebbe prenotare con largo anticipo. Soprattutto se l’intenzione e quella di andare il 14 di agosto! Io e i miei compagni di avventura, infatti, ci siamo affidati alla sorte. Partendo molto presto al mattino, siamo arrivati di buonora a Cala Gonone. Per la strada che porta verso il porto si trovano diverse società che affittano gommoni ma organizzano anche gite in barca che costano sui 40 euro a persona. Ovviamente, non avendo trovato un mezzo disponibile, abbiamo optato per la gita sul barcone che partiva alle 10 e rientrava alle 18. So che per le persone che preferiscono muoversi liberamente come me può sembrare noioso dover rispettare gli orari di partenza da ogni singola cala. Posso però assicurarti che è stata comunque una bellissima giornata.
IL PERCORSO DELLA BARCA DA CALA GONONE
Dopo aver comprato il biglietto nella piazzetta del porto ci siamo recati al molo indicato come punto d’incontro. Le tappe del tour in cui era possibile scendere e godersi un bel bagno, contando che altre erano chiuse al pubblico, erano:
- Cala Mariolu
- Cala Sisine
- Cala Luna
Lungo il tragitto hai anche la possibilità di ammirare le grotte e insenature che rendono così bella questa parte di costa. Per non parlare degli scorci meravigliosi dei monti che cadono a picco sul mare.
CALA GONONE: COSA AMMIRERAI DURANTE IL TOUR
Partendo da Cala Gonone, oltre alle Cale sopra citate, incontrerai:
- Cala Fuili: è l’ultima caletta raggiungibile in macchina o in bici da Cala Gonone. Compare nel film ‘Travolti da un insolito destino’ (1974) con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini.
- Grotte del Bue Marino: chiamata così perché i principali abitanti di questi luoghi erano le foche monache. La popolazione locale, infatti, chiamava questo meraviglioso animale “bue marino”.
- Cala Biriola: deliziosa spiaggetta di sassolini bianchi tondeggianti, protetta dalla scogliera di falesia calcarea che descrive un arco di oltre due chilometri.
- Piscine di Venere: un angolo di paradiso. Caratterizzato da lucentezza, limpidezza e colori brillanti dovuti alle numerose risorgive d’acqua dolce che sgorgano dalla scogliera e alle rocce calcaree chiarissime. Piscine di Venere è una denominazione recente derivata dalla bellezza dello specchio d’acqua. Il mare è così cristallino da far sembrare le imbarcazioni in sosta ‘obbligata’ nei giorni d’estate, quasi sospese per aria.
- Grotta del Fico: il suo nome si deve ad una pianta di fico che si trova proprio di fronte al suo ingresso. Al tempo della scoperta vi erano tanti esemplari di Foca Monaca e per proteggerli venne installato un cancello all’ingresso della grotta. Per questo motivo rimase chiusa per decenni.
- Cala Goloritzé: scenografica insenatura con fondale di una trasparenza surreale, acque turchesi sgorgano da sorgenti carsiche sottomarine, rocce marmoree modellate dal tempo affiorano dal mare. La cala è riconoscibile dall’arco naturale sulla sinistra e la celebre guglia di Monte Caroddi a forma di piramide. Accanto alla guglia si possono notare delle rocce che ricordano la forma di un’aquila e un leone che ruggisce. La fantasia dell’uomo non ha limiti!
LE TRE SOSTE DELLA BARCA
In questa giornata a Cala Gonone, la prima delle tre soste che ha fatto la barca è stata Cala Mariolu, la mia preferita.
CALA MARIOLU
È nota anche come is pùligi de nie, che in sardo significa “le pulci di neve”. Questo nome viene dal fatto che la spiaggia è composta da sassolini tondi bianchi e rosa misti alla sabbia. Cala Mariolu deve il nome alla foca monaca che si dice ‘rubasse’ il pescato dalle reti dei pescatori provenienti da Ponza. L’animale era dunque chiamato il mariolo, ovvero “ladro”.
Perché amo questa cala? Perchè le tonalità di colore infinite delle sue acque mi facevano venire voglia, oltre che di tuffarmici, anche di prendere una tela e dipingere. Se la visiterai verrai incantato dalle sfumature di blu, azzurri e verde smeraldo e dagli innumerevoli giochi di luce che colpivano i bianchi sassolini della spiaggia.
Il basso fondale merita un’immersione con la maschera per chi ha meno confidenza o con attrezzatura subacquea per chi vuole esplorarlo in profondità. Vedrai una notevole quantità di tipi di pesce. Io non sono stata abbastanza fortunata per vederli ma a volte, a largo, si intravedono i delfini. Fuori dall’acqua osserverai, invece, altre specie di animali come il falco pellegrino e quello della Regina, il cormorano dal ciuffo e l’aquila reale.
Un grande scoglio, sa perda ‘e su saltatori, funge da pontile. La cala, infatti, è più comodamente accessibile via mare. Barche private e non sono in partenza dai porti di Arbatax, Santa Maria Navarrese e ovviamente Cala Gonone.
CURIOSITÀ
La falesia che la circonda raggiunge i 500 metri di altezza e cade a picco sull’acqua sia a nord che a sud, rendendo Cala Mariolu accessibile da terra solo attraverso un impegnativo trekking in mezzo alla fitta macchia mediterranea. Punta Is Puligi in passato fungeva da punto di carico del carbone per i furisteris, i carbonai che popolavano Baunei.
CONSIGLIO
Spesso le persone appena scese dalle imbarcazioni si fermano alla prima spiaggia o comunque non proseguono verso sinistra. Vuoi per il caldo, vuoi per rimanere nelle vicinanze del molo per la ripartenza. Io però consiglio di proseguire verso sinistra, dove dopo varie spiaggettine arriverai all’ultima più libera e quindi più tranquilla. Io inoltre, quando si tratta di mare sono una persona molto viziata! Se non vedo l’acqua cristallina al 100% potrei avere da ridire. ? Anche in questo caso, se proseguirai verso la direzione che ti consiglio, essendoci meno gente in acqua, la troverai stupenda. Inoltre, nel caso decidessi di esplorare l’intera Cala come ho fatto io, ti consiglio di portare sempre le ciabatte o le scarpe per gli scogli con te. I sassolini pur essendo incantevolmente bianchi sono anche fastidiosi e caldi!
Appena scesi dalla barca sulla destra fai attenzione perché in alcuni punti non si può passare, sicuramente per preservare la spiaggia.
CALA SISINE
La seconda sosta è stata Cala Sisine, in tempo per il pranzo.
Forse è meno nota di altre cale del Golfo di Orosei ma non ti deluderà il suo mare azzurro e il fondale bianchissimo. Cala Sisine sorge alla fine di una codula, ossia un canalone, un tempo letto di fiume e oggi foce di un piccolo torrente che nasce nell’altopiano del Golgo, nel Supramonte di Baunei.
Larga circa 200 metri, si affaccia sulle falesie della Serra Ovra che dall’altezza di oltre 500 metri scendono ripide a picco sul mare. È fiancheggiata, quasi avvolta, da costoni rocciosi, mentre la gola è ricoperta dal verde di alberi secolari di carrubo e leccio. Ciò che ho apprezzato di questo posto è la peculiarità di una località di mare bellissima che allo stesso tempo ha un singolare aspetto di montagna. Le acque sono turchese cangiante per i giochi di luce del sole che vi si riflette. Il fondale è di sabbia a chicchi calcarei chiari e sassi arrotondati, ideale se ti immergerai con maschera e boccaglio.
A sud c’è una spettacolare insenatura alta cinquanta metri, trampolino per i tuffatori più esperti e coraggiosi. Anche in questo caso raggiungerai la cala con imbarcazioni private o servizi fruibili dai porti di Arbatax, Cala Gonone e Santa Maria Navarrese. Con più difficoltà è accessibile a piedi attraverso percorsi trekking segnalati. Per rifocillarsi dalla fatica ci sono bar e punto di ristoro.
CURIOSITÀ
Anticamente era nota come portu ‘e Sisine, approdo per i carichi di carbone. A nord, infatti, conserva un edificio costruito dai carbonai. Nella zona sono stati rinvenuti utensili che fanno risalire la presenza dell’uomo qui a circa 4000 anni fa. Nei secoli scorsi era tappa obbligata prima o dopo aver doppiato i monti insani, così come li definiva Cicerone. Da qui deriva il nome di capo Monte Santo. Si racconta, inoltre, che poco a sud della spiaggia, durante la seconda guerra mondiale facesse tappa un sottomarino. Esso sostava in un punto riparato detto su Stuggiu, “il nascondiglio”.
CALA LUNA
Terza e ultima tappa della nostra giornata in barca a Cala Gonone è Cala Luna.
Essa è caratterizzata dalla foce del torrente codula di Luna. La cala è protetta da ripide pareti di roccia che la incorniciano. È inoltre punteggiata da ombrose e ampie grotte naturali che offrono riparo dal sole dei mesi più caldi. La spiaggia dorata al centro della cala si immerge in un mare azzurro e cristallino. Delle tre cale, infatti, questa è quella priva di sassolini.
È particolarmente apprezzata da chi pratica la pesca subacquea sportiva o semplicemente desidera immergersi nelle sue acque. È dotata di bar e punto di ristoro ed è caratterizzata da un fondale basso. Anche in questo caso, per gli amanti del trekking, la spiaggia si raggiunge attraverso un difficile sentiero partendo da Cala Fuili o da Baunei. Per la particolare bellezza e il fascino selvaggio, anch’essa è stata scelta come location di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller, un cult del cinema italiano. Ha fatto da scenario anche al remake del film con la cantante Madonna come protagonista.
CURIOSITÀ
Intorno alla baia puoi ammirare le montagne del parco nazionale del golfo e del Gennargentu. Esso è caratterizzato da vette impervie, terreni imbiancati da pietre candide sparse per tutto il territorio e ampie vallate verdi che offrono suggestivi percorsi di trekking.
FINE GIORNATA
Dopo la sosta a Cala Luna ci siamo recati di nuovo alla barca che ci ha riportati al porto di Cala Gonone. Tendenzialmente le soste su ciascuna Cala durano dall’ora alle 2 ore. La tappa a Cala Sisine è stata la più lunga e ci ha permesso di riposarci all’ombra dei costoni rocciosi e mangiare un boccone.
Devo ammettere che la gita in barca è stata interessante, più che altro perchè il capitano ci ha fatto vedere piccole insenature che probabilmente non avremmo notato da soli. Inoltre, per ogni punto di interesse, ci raccontava la storia e gli aneddoti rendendo l’esperienza ancora più stimolante.
La prossima volta probabilmente prenoterò con largo anticipo un gommone e visiterò questo e altri luoghi della Sardegna in autonomia. Potrei anche farmi una bella escursione! Per ora spero di averti fatto venire voglia di tuffarti in questo mare meraviglioso!
Veronica
Ci andai nel lontano 2012, mamma mia quanto tempo è passato!! Un luogo incredibile per la sua bellezza.
Valentina
Quanto amo questi luoghi! Conosco molto bene Cala Gonone e le sue “vicine” del Golfo di Orosei, e ogni volta che torno in queste zone la potente bellezza della natura e del mare mi emoziona profondamente!
michela a.
Sono stata solo una volta in Sardegna e per pochi giorni, ma ho avuto la fortuna di poter fare un giro in barca in quei luoghi. Ho adorato la grotta del bue marino e nei dintorni ho fatto uno dei bagni più belli di sempre. Acqua azzurrissima e bellissima
marina lo blundo
Che meraviglia questa gita in barca! Io di Cala Gonone avevo visitato solo la Grotta del Bue Marino, ma ti parlo di quand’ero davvero piccola, per cui il mio ricordo si limita al nome della grotta e poco più. Invece hai percorso un itinerario bellissimo, con tre soste una meglio dell’altra! Racconto particolareggiatissimo, grazie!
claudia
Grazie mille! Ti auguro di ritornarci 🙂