GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI DI D’ANNUNZIO
Nel bel borgo di Gardone Riviera, rinomata località situata lungo la costa occidentale del lago di Garda tra Salò e Toscolano Maderno, si erge in tutta la sua estensione l’ultima casa in cui Gabriele D’Annunzio passò i suoi ultimi 16 anni di vita. Oggi ti farò passare una bellissima giornata al Vittoriale degli Italiani.
GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI: INFORMAZIONI UTILI
DOVE SI TROVA
Il Vittoriale si trova a Gardone Riviera, a circa un’ora e quaranta da Milano. Il tempo di percorrenza dipende dal traffico, soprattutto una volta arrivati a Salò.
Il paesaggio sul lago di Garda è comunque meraviglioso, quindi ti consiglio di godertelo!
PARCHEGGIO
Una volta arrivato troverai subito un parcheggio a pagamento a circa 100 metri dall’ingresso del Vittoriale.
BIGLIETTO D’INGRESSO
Io ho prenotato con largo anticipo sul sito ufficiale, soprattutto perché per la visita alla Prioria i posti sono limitati e bisogna rispettare l’orario di ingresso scelto. La visita guidata è l’unico modo per poter accedere a questa parte del Vittoriale e dura circa 30-45 minuti. Dopo avrai la possibilità di accedere direttamente al Museo D’Annunzio Eroe. Il punto di incontro per l’ingresso alla Prioria è alla Piazzetta Dalmata.
LA NASCITA DEL VITTORIALE
Nel 1921, terminata la prima Guerra Mondiale e finita tragicamente l’esperienza di Fiume, Gabriele d’Annunzio è alla ricerca di una nuova dimora. Egli chiede agli amici di aiutarlo a cercare un luogo tranquillo, magari vicino a un lago, dove potersi ritirare.
Sono avido di silenzio dopo tanto rumore, e di pace dopo tanta guerra
Tom Antongini trova una vecchia casa colonica a Gardone Sopra, villa di Cargnacco, già appartenuta ad uno studioso d’arte tedesco di nome Henry Thode. Questa villa venne sequestrata dal Governo italiano come risarcimento dei danni di guerra.
Il poeta, una volta arrivato a Gardone, aveva intenzione di rimanervi solo il tempo necessario per terminare il suo “Notturno“. Inizialmente la affittò per 600 lire al mese e per solo un anno. Poco dopo la acquistò per 130.000 lire. Altrettante ne spese per acquistarne anche il contenuto, fra cui la biblioteca con 6000 libri, il pianoforte appartenuto a Liszt, i manoscritti di Wagner e altri cimeli. Quella gardonese, dunque, fu la sua ultima e definitiva dimora.
All’edificazione di questo “libro di pietre vive” parteciparono oltre all’architetto Maroni, molti artisti di quel periodo. Tra questi vi sono Renato Brozzi, Guido Marussig, Pietro Chiesa, Guido Cadorin, Napoleone Martinuzzi.
UNA GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI
Una volta arrivata al Vittoriale e presa in mano la mappa ho pensato di essere entrata in un paese dentro lo stesso Gardone Riviera.
Il Vittoriale degli italiani è un caleidoscopio di vie, piazze, giardini, corsi d’acqua e persino un teatro all’aperto!
Un sogno utopico diventato realtà grazie all’aiuto del fedele architetto Gian Carlo Maroni. Nativo di Arco ed ex-combattente, egli divenne in seguito sovrintendente della “Santa Fabbrica del Vittoriale”. I primi interventi, su richiesta del committente, servirono a “stodeschizzarla”, in modo da cancellare ogni traccia del precedente proprietario. L’intento di D’Annunzio fu quello di celebrare ad eterna memoria la sua “vita inimitabile” di poeta-soldato e quella degli altri eroi italiani della Prima Guerra Mondiale.
All’ingresso del Vittoriale verrai accolto dal celebre motto dannunziano “io ho quel che ho donato“, ovvero chi è generoso finisce per possedere, sotto altra veste, ciò che ha donato ad altri.
MUSEO AUTOMOBILE È FEMMINA
A sinistra dell’ingresso troverai uno spazio espositivo dedicato all’automobile. Nel settembre 2017, a ricordo della passione di D’Annunzio per le automobili, la Fondazione del Vittoriale ha voluto la realizzazione di un museo dell’automobile. Esso testimonia l’amore del poeta per le macchine. Egli, infatti, le considerava simboli d’eccellenza della modernità, della velocità e del progresso.
Nelle sale del museo, mi verrebbe da dire vere e proprie “vetrine”, si possono ammirare nei minimi dettagli:
- la Fiat Tipo 4 che il comandante usò per entrare a Fiume e dalla quale non si separò più
- l’Isotta Fraschini Tipo 8B, ultima automobile del vate
- la Bentley Type del dopoguerra appartenuta a Vittorio De Sica
MUSEO D’ANNUNZIO SEGRETO
D’Annunzio costruì il Vittoriale anche per essere ricordato per la sua vita inimitabile. Per questo la Prioria è rimasta intatta, nulla è stato spostato sotto suo volere. I cassetti e gli armadi però erano pieni di cose meravigliose. Per questo fu creato il Museo D’annunzio segreto che apre la visita, inaugurato nel 2010. Qui potrai ammirare i suoi abiti, le sue stoviglie, i suoi gioielli, gli oggetti dei cani e chi più ne ha più ne metta. Questo spazio, infatti, ospita oggetti personali quotidiani e intimi di D’Annunzio, nonché quelli usati dalle sue numerose ospiti. All’ingresso potrai guardare filmati d’epoca dell’Istituto Luce o dell’Archivio storico RAI.
Da qui puoi percorre il viale che porta alla Piazzetta dalmata sulla quale si affacciano la Prioria e lo Schifamondo.
ANFITEATRO
Una volta uscito dal Museo D’Annunzio Segreto potrai ammirare il teatro all’aperto, uno dei luoghi che il poeta ha ardentemente voluto e progettato insieme a Maroni a partire dal 1931. In quell’anno l’architetto si recò a Pompei per studiare la struttura del Teatro Grande e farsi ispirare per la progettazione.
Il giorno della mia visita, all’anfiteatro erano in atto i preparativi di una delle serate del Festival Tener-a-mente. Ogni estate questa iniziativa porta concerti, balletti e spettacoli di ogni genere.
Il Vittoriale è un organismo vivo e in continua crescita! Lo stesso D’Annunzio e l’architetto Maroni non sono riusciti a terminarlo. Infatti il teatro all’aperto, chiamato dal poeta il “parlaggio“, doveva essere coperto di marmo rosso veronese, ma non riuscirono a farlo.
PIAZZETTA DALMATA
Appena prima della Piazzetta dalmata incontrerai la piazza dell’esedra. Disegnata da Maroni, è a forma di semicerchio e circondata da doppie arcate sormontate da sei pennoni per altrettante bandiere. Qui si trova il tempietto delle memorie che ospitò le spoglie del comandante fino al 1963, quando furono traslate nel mausoleo.
La piazzetta dalmata prende il nome dalla statua della vergine con lo scettro della Dalmazia, posta alla sommità dell’alto pilo. Quest’ultimo è composto da un cilindro in pietre d’Istria ornato da otto teste di uomini barbuti che rappresentano gli otto venti della rosa italiana, come recita l’iscrizione alla base.
AUDITORIUM
Salite le scale a sinistra della piazzetta dalmata, troverai l’auditorium. Avendo portato con me il mio cagnolino, ho aspettato che i miei genitori finissero la visita della Prioria alla quale lui non poteva accedere. Per sfruttare questo tempo, ci siamo accomodati nell’auditorium, dove vengono trasmessi due video:
- uno illustra le bellezze del Vittoriale
- l’altro racconta la vita di D’Annunzio e tanti aneddoti curiosi. Te lo consiglio!
L’auditorium oltre ad ospitare conferenze, convegni di studio, concerti e manifestazioni, ospita al piano superiore l’omaggio a D’Annunzio, una mostra di opere permanenti e itineranti di artisti contemporanei.
Appena entrerai noterai subito il celebre velivolo del volo su Vienna, decorato sulla carlinga da Guido Marussig, sospeso sulla cupola per poter essere ammirato da diverse angolazioni.
CANILE
Gabriele d’Annunzio ha sempre posseduto nelle sue dimore un canile comodo e attrezzato per i suoi amati cani, in particolare levrieri. Così anche al Vittoriale diede disposizione di realizzare un canile, oggi visitabile e da cui puoi accedere direttamente alla Valletta dell’acqua Pazza oppure raggiungere la Nave Puglia che si scorge tra il fogliame.
GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI: SECONDA PARTE DELLA VISITA
Dopo la visita alla Prioria ci siamo concessi una pausa in mezzo alla natura e abbiamo continuato l’esplorazione dell’immenso parco.
UNA PAUSA IN MEZZO ALLA NATURA
Al termine del viale di Aligi incontrerai la fontana del Delfino, che raccoglie e rilancia a valle il rio dell’acqua Pazza. Questo è l’originario torrente che giunge dal colle del Vittoriale e lo attraversa. Al centro della fontana vedrai la figura in bronzo di Afrodite che emerge dalle acque insieme a un delfino. Da lì puoi raggiungere il lago del cigno, percorrendo il sentiero adiacente la fontana del Delfino. Lungo questo sentiero potrai fermarti all’area di ristoro, aperta solo nei mesi estivi, per una pausa rinfrescante.
MAS 96
Da qui potrai raggiunge il ricovero del MAS. La sigla MAS significa motoscafo-anti-sommergibile, ma D’Annunzio aggiunse Memento Audere Semper, ovvero “ricordarsi sempre di osare”. Con il MAS 96, infatti, il poeta soldato aveva “osato l’inosabile” rendendosi protagonista, insieme a Costanzo Ciano e Luigi Rizzo, dell’impresa ricordata come la “Beffa di Buccari”, un raid militare portato a termine nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918.
GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI O IN MEZZO AL MARE?
A questo punto della giornata al Vittoriale degli Italiani avrai visto di tutto e di più, ma forse non ti aspetteresti di veder sbucare una nave in mezzo agli alberi!
LA NAVE PUGLIA
D’Annunzio amava la natura e la rispettava. Voleva però interagire con la sua arte. Le vallette sono un esempio perfetto: a destra e sinistra della nave Puglia ci sono due fiumicielli con sentieri da lui costruiti che creano un luogo magico.
La Regia Nave Puglia fu incastonata per volere di D’Annunzio nel parco del Vittoriale con la Prua rivolta verso l’Adriatico, a ricordo del suo capitano Tommaso Murri morto nelle acque di Spalato nel 1920.
Insomma, chi non ha una nave in giardino? Pensa che puoi entrare e visitare l’esposizione, il Museo di Bordo, che raccoglie alcuni preziosi modelli d’epoca di navi da guerra della collezione di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta. Oltre a ciò potrai passeggiare sul ponte della nave e affacciarti dalla sua prua per ammirare il panorama.
MAUSOLEO
Dalla Nave Puglia percorrendo i viali di ulivi salirai verso il mausoleo degli eroi dove riposa Gabriele D’Annunzio circondato dai suoi fedeli compagni, tra i quali anche l’architetto Giancarlo Maroni. Dal 2013, accanto al comandante e i suoi eroi di guerra, ci sono anche i cani in ferro e cemento di Velasco Vitali.
Il monumento è ispirato ai tumuli funerari di tradizione etrusco-romana ed è costituito da tre gironi in marmo Botticino a rappresentare le vittorie degli Umili, degli Artieri e degli Eroi.
LAGHETTO DELLE DANZE
Dal mausoleo attraverso la Valletta dell’Acqua Savia si giunge al laghetto delle danze, un invaso in pietra a forma di violino a ricordo di Gasparo da Salò, consideratone l’inventore. Qui il poeta organizzava, assieme a Luisa Baccara, la compagna del poeta ai tempi di Fiume e anche del Vittoriale, piccoli concerti tenuti dal quartetto “veneziano” del Vittoriale.
GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI: ULTIME TAPPE
Tornando verso il gruppo di edifici principali, penserai che manca poco da vedere, invece…
CIMITERO DEI CANI
Un luogo che mi ha fatto davvero tenerezza è il cimitero dei cani di D’Annunzio. Nel progetto della sua dimora, egli volle anche un luogo dove potessero riposare per sempre i suoi amati levrieri, ai quali ha dedicato un componimento scritto nel 1935 che oggi si può leggere su una lapide recentemente collocata. Il cimitero dei cani si trova nel giardino della Prioria accanto al muro di cinta del Casseretto.
CASSERETTO
Il Casseretto non è visitabile dal pubblico. Un tempo era sede degli uffici della Sovrintendenza e della “Santa Fabbrica” del Vittoriale, nonchè abitazione privata di Gian Carlo Maroni. L’architetto disegnò la sua casa-studio nel 1929, ispirandosi alle linee del cassero, il ponte di poppa delle navi a vela che ospita proprio il ponte di comando.
FRUTTETO
Ho trovato il frutteto davvero delizioso. Fu modellato come un giardino rinascimentale, circondato da pilastri e arcate che sorreggono grandi aquile e gigli in pietra. Al centro si innalza una colonna sulla quale svetta la Canefora di Napoleone Martinuzzi, scultura femminile in bronzo che regge sulla testa un cesto carico di frutti. Invece, nel lato che si affaccia sulla Valletta dell’Acqua pazza, il Poeta volle collocare in una nicchia una statua di Giulio Cesare del XVIII secolo.
LIMONAIA
Sul Garda solatio i limoni che conservano la forma del fiore suddivisi in cinque lobi si chiamano “diele” per allusione alle dita
Così d’Annunzio descrisse la cosiddetta mano di Buddha, una particolare pianta di cedro che voleva sempre presente nella sua limonaia. Oggi la limonaia ospita, oltre alle piante con le mani di Buddha, anche il grande Obelisco di Arnaldo Pomodoro.
ARENGO
In un piccolo boschetto di magnolie sotto la Veranda dell’Apollino (della quale ti parlerò nell’articolo sulla Prioria), d’Annunzio volle l’Arengo, un luogo sacro e suggestivo, per le cerimonie commemorative delle sue imprese di guerra e di Fiume. Luogo sacro, dunque, dove venivano consumati riti e rituali.
La simbologia, sempre cara al poeta, qui è davvero essenziale: tra le ventisette colonne, che rappresentano le vittorie italiane durante la Prima guerra, alcune sono sormontate da proiettili donati dal generale Armando Diaz. Un’altra contiene un’urna con la terra di Caporetto, luogo decisivo per la storia d’Italia.
Fulcro dell’Arengo è il trono del comandante, ornato da due sfingi, con accanto la Vittoria alata di Napoleone Martinuzzi. Sui gradini della scultura vi è la dicitura: “Non nisi grandia canto / Regimen hinc animi”, ovvero “non canto se non cose grandi / Da qui il governo dell’animo”.
Accanto al trono i sedili in pietra a forma circolare riservati ai fedeli fiumani. Di fronte, la colonna del Giuramento, coronata da un capitello romanico e circondata da torcieri e leggii in ferro, decorati durante le commemorazioni da fasci di alloro.
GIORNATA AL VITTORIALE DEGLI ITALIANI: TAPPA FINALE
CORTILETTO DEGLI SCHIAVONI
Dal giardino della Prioria potrai ammirare il cortiletto degli Schiavoni, luogo scelto da d’Annunzio per ricordare l’impresa fiumana e i suoi compagni. Questo luogo prende il nome dagli abitanti di Schiavonia, termine dato dalla cultura veneziana all’Istria e alla costa dalmata. La decorazione interna riprende quella della facciata della Prioria.
Oltre ai tre pozzi, di cui uno identico a quello della casa natale a Pescara, il poeta volle che fossero murati frammenti di lapidi, chiavi di volta in pietra d’Istria, piccole teste in pietra e terracotta, stemmi, mascheroni e cesti di frutta. Ad arricchire la decorazione, lo stemma di principe di Montenevoso, dipinto da Guido Marussig, con accanto la statua della santa Leprosella, posta all’esterno della stanza del Lebbroso nella Prioria.
PORTICO DEL PARENTE
Attiguo e comunicante al cortiletto degli Schiavoni il portico o loggia del Parente, dedicato a Michelangelo, il “parente” a cui d’Annunzio si sente particolarmente legato.
La presenza del grande artista nel portico è rappresentata dal busto in marmo eseguito da Napoleone Martinuzzi e dal calco in gesso del Torso del Belvedere, uno degli esempi più significativi, secondo il Comandante, della perfezione della forma d’arte. Sul soffitto, dipinto da Guido Marussig, campeggiano versi di Michelangelo. Tra gli archi del portico, D’Annunzio fece collocare colonne, gessi, frammenti di sculture, un ritratto di Dante, acquasantiere, teste femminili e un lavabo monastico proveniente da Asolo, città d’origine di Eleonora Duse.
Nei mesi estivi ricreava nella Loggia del Parente l’atmosfera della Prioria utilizzandola come sala da pranzo per gli ospiti e soprattutto per le “ospiti”.
La mia giornata al Vittoriale degli Italiani si conclude così ma in questo articolo avrai la possibilità di leggere tante curiosità sulla Prioria!
Valentina
Bellissimo il Vittoriale degli Italiani. Ci sono stata nel 2012 e vorrei tanto tornarci, anche perché in quell’occasione, per mancanza di tempo, non ero riuscita a visitare tutto l’immenso giardino. Tipo, non avevo visto né il canile né il cimitero dei cani.
Vorrei tornarci anche perché ho scoperto che poco distante dal Vittoriale, si trova un giardino giapponese molto carino. Credo, però, che a partire da ottobre sia chiuso e venga riaperto in maggio.
Comunque, se sei interessata a scoprire altri luoghi dannunziani, ti suggerisco di visitare la sua casa natale, a Pescara.
Eliana
Sono stata a Gardone Riviera a giugno ma non ho visitato il Vittoriale dato che ero lì di passaggio: spero di vederlo magari con una delle mie classi, chissà, magari quest’anno o il prossimo anno quando spero che la situazione migliori a livello sanitario! Oppure in solitaria o in coppia, mi emozionerà di sicuro!
Raffaella M.
Sono già stata un paio di volte a visitare il Vittoriale degli Italiani in occasione di altrettanti brevi periodi di vacanza sul lago di Garda. Inoltre pur non amando l’intera opera dannunziana trovo che “la pioggia nel pineto” sia la più bella poesia mai studiata al liceo e spesso quando piove e sono in giro nei boschi mi viene di ripeterla tra me e me. Purtroppo in entrambe le occasioni sono stata a Gardone prima del 2010 quindi non ho ancora potuto visitare sia il Museo D’annunzio segreto con i suoi oggetti più intimi e personali che il Museo dell’auto perché sono stati aperti successivamente. Ecco un buon motivo per ripensare ad un terzo giro, magari anche solo un fine settimana con l’aggiunta del venerdi ,sulla sponda occidentale del lago di Garda.
Concordo con te sul fatto che, una volta varcato il cancello di ingresso del Vittoriale, sembri di essere entrati in un paese contenuto dentro lo stesso Gardone Riviera. E’ un mondo a sé, fascinoso ed a tratti misterioso che richiede di essere vistato con calma per gustarlo al meglio
Ciao
R.
Martina
Un resoconto dettagliato su una meta che mi affascina da sempre: visitare il Vittoriale, oltre ovviamente a vedere l’ultima dimora di Gabriele d’Annunzio, dev’essere come fare un tuffo nella storia recente italiana! Spero di poterlo visitare anche io prima o poi!
Ma quanto era megalomane però? Addirittura una barca in giardino :D!