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Festa di Sant'Efisio

Quella di Sant’Efisio è la festa più attesa dell’anno a Cagliari: un insieme di tradizione folkloristica e devozione che stupisce migliaia di persone ogni anno. In questo articolo ti parlerò dell’importanza di questa festa e di come un turista possa assaporare l’unione della Sardegna alle sue tradizioni.

Sant'Efisio
Costumi Tipici Sardi – ©CS

LA FESTA DI SANT’EFISIO

Questa festa ha luogo ogni primo di maggio: è una lunga processione durante la quale la statua del Santo viene trasportata dalla sua chiesetta, nel quartiere di Stampace, fino a Nora, luogo in cui si presume ebbe luogo il suo martirio. Il simulacro, dopo questa tappa, arriva al paese di Sarroch in cui vi rimane fino al 3 maggio, per poi tornare a Cagliari la sera del 4.

Tutto ciò avviene per sciogliere un voto fatto al Santo dai Consiglieri della Municipalità nel lontano 1656, affinché liberasse la città dalla peste.

Festa di Sant'Efisio
Messa per Sant’Efisio – ©CS

LA SARDEGNA E L’UNIONE ALLE SUE TRADIZIONI

Noi sardi teniamo molto alle nostre usanze. Rimarchiamo spesso che la Sardegna non è solo mare, bensì un insieme di culture e dialetti assimilati dalle varie dominazioni succedutesi negli anni.

Questo attaccamento alla tradizione l’ho acquisito da piccola. Ogni primo maggio, infatti, si andava tutti insieme ad assistere alla festa di Sant’Efisio: un susseguirsi di fieri cavalli, carri trainati da maestosi buoi decorati a festa e gruppi folkloristici provenienti da quasi tutti i paesi della regione. Con gli anni ho imparato ad apprezzare questo giorno con lo sguardo dei turisti che puntualmente mi trovo accanto, sorpresi da tanta maestosità.

Se avrai la possibilità di assistere alla festa ti brilleranno gli occhi alla visione dei coloratissimi costumi ricamati e ricoperti da meravigliosi gioielli in filigrana. Vivere un’esperienza simile, dove si sente nell’aria la devozione di migliaia di persone, porta ad apprezzare la città che si visita in maniera differente. Anche solo un piatto di spaghetti alle arselle mangiato nel quartiere della Marina può acquistare un gusto nuovo, arricchito con un pizzico di tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.

A processione conclusa, ti consiglio di goderti una bella passeggiata in via Roma, dove avrai la possibilità di comprare prodotti tipici sardi, come il Torrone di Tonara e altre prelibatezze!

LA PROCESSIONE DI SANT’EFISIO

Il percorso che deve attraversare il Santo viene ricoperto da una coltre di petali e essenze profumate che apre la strada a balli e canti. In sardo questo rituale si chiama s’arramadura e rappresenta l’omaggio dei devoti ad Efisio.

La custodia, la tradizione e l’organizzazione dei riti dedicati a Sant’Efisio è a cura esclusiva dell’Arciconfraternita del Gonfalone, un’associazione di fedeli tra le più antiche di Cagliari e di tutta la Sardegna. I preparativi della Festa cominciano alla fine di aprile, quando l’Arciconfraternita procede alla vestizione del simulacro.

Di seguito ti elenco le tappe fondamentali della festa.

IL RITO

  • Il 30 aprile la vestizione del Santo viene completata con l’aggiunta di ori e gioielli offerti dai fedeli come ex-voto e in seguito il presidente dell’Arciconfraternita e il Sacrista Maggiore depongono la statua del Santo nel cocchio.
  • La mattina del primo maggio Su Carradori, la figura che ha il compito di guidare il cocchio, addobba i buoi che lo trainano con fiori e campanelli.
  • Il Terzo Guardiano a cavallo, accompagnato dalla Guardianìa, si reca al Palazzo Civico. Qui li attende l’Alter Nos, rappresentante del sindaco della città. Insieme si recano alla chiesa di Sant’Efisio dove viene celebrata la “Messa dell’Alter Nos”.
  • Dopo questi complessi rituali civili e religiosi, i Mazzieri, i  cerimonieri del comune e una rappresentanza dell’Arciconfraternita del Gonfalone, accompagnano l’Alter Nos al Municipio per l’investitura da parte del Sindaco.
  • Successivamente la statua del Santo sul cocchio di gala si dirige dalla Chiesa di Sant’Efisio al Municipio, scortata dall’Arciconfraternita e preceduta e seguita dai fedeli provenienti da tutta la Sardegna.

LA PROCESSIONE: L’ORDINE DI CHI SFILA

  • Cavalieri del Campidano in sella a cavalli addobbati con coccarde e rosette.
  • Miliziani, armati di archibugio e sciabole.
  • Il corpo della Guardianìa a cavallo, in frac nero, cilindro e fascia azzurra ai fianchi. In prima fila, il Terzo Guardiano regge il Gonfalone dell’Arciconfraternita. Segue l’Alter Nos in frac e cilindro con una fascia tricolore sui fianchi.
  • Membri dell’Arciconfraternita del Gonfalone, introdotti da un confratello che regge un crocifisso del ‘700. Due confratelli, chiamati “i Collaterali”, hanno il compito di stare ai lati del cocchio durante tutto il percorso della Processione e aprono le porte quando si ferma per consentire ai fedeli di depositare all’interno fiori, offerte, ex-voto e suppliche.

FINE DELLA PROCESSIONE

L’arrivo del cocchio di fronte al Municipio di Via Roma, preannunciato dal suono delle launeddas (tipici strumenti musicali sardi a fiato costruiti con tre canne di giunco) e dai canti religiosi in sardo, è preceduto dalle reliquie custodite dal 151° Reggimento Fanteria “Sassari”.

Il suono delle sirene delle navi avverte che la sfilata è conclusa.

Sant'Efisio
Suonatori di Launeddas – ©CS

CURIOSITÀ

Nel 2020 a causa della pandemia non si è potuta svolgere la processione. La statua non ha lasciato la chiesa di Stampace: vi è rimasta fino a domenica 3 maggio, giorno in cui è stata caricata a bordo di un furgoncino della Croce Rossa, per poi tornare a Cagliari in serata e sciogliere il voto.
Questa però non è stata la prima volta in cui un escamotage ha fatto rispettare una promessa. Successe nel 1943, quando in una Cagliari bombardata, il corteo dei devoti dovette farsi largo tra le macerie delle case per poter seguire Efisio. Per poter rispettare la promessa, un camioncino del latte trasportò la teca.

Processione di Sant'Efisio
Corteo dietro il cocchio di Sant’Efisio – ©CS

SANTEFISIO: VISITA ALLE CARCERI

Durante la festa potrai fare tante cose: assistere alla sfilata, ascoltare la messa nella chiesetta, attendere l’uscita del Santo e seguire la processione ma anche visitare le carceri dove si presume che Efisio venne recluso. La cripta di Sant’Efisio è infatti tra le più importanti mete religiose della città e si trova al di sotto della chiesa omonima, all’interno di una grotta profonda circa 9 metri.

Secondo la tradizione, Efisio venne imprigionato prima di essere decapitato a Nora nel 303 d.C. Qui si può ammirare un altare ornato da ceramiche smaltate del Seicento e la colonna a cui il santo fu legato e torturato. La piccola grotta è luogo di grande venerazione da parte dei cagliaritani ed è liberamente accessibile.

Spero di averti incuriosito e invogliato ad assistere a questo evento che da un po’ di anni sta attendendo di essere iscritto nella prestigiosa lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.

Hai mai sentito parlare di questa festa? Lascia un commento!

Comments:

  • Marika

    21 Maggio 2020

    Per me che sono di Cagliari questo primo maggio è stato tristissimo ma,leggendo il tuo articolo sono stata catapultata agli anni passati? tra fede colori odori tradizioni che è bello far conoscere…brava

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  • Gisi

    16 Maggio 2020

    Bellissimo! Ci devo andare!

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  • Giulia

    15 Maggio 2020

    Articolo molto interessante, grazie per avermi fatto scoprire un nuovo lato della Sardegna!!

    reply...
  • Viola

    15 Maggio 2020

    Che bello, speriamo di poterlo vedere presto dal vivo!

    reply...
  • MARIA PAOLA

    14 Maggio 2020

    Ho letto il post tutto d’un fiato, è stato un tuffo in una tradizione che non conoscevo per nulla e sinceramente ha suscitato in me una grande curiosità e desiderio di prendervi parte, con la consapevolezza che si tratta di un momento così importante nella vita dei Cagliaritani che neanche il covid è riuscito a fermare la tradizione !!! Grazie per aver condiviso questa esperienza personale!
    Maria Paola

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