CHIESA DI SANT’AGNESE IN AGONE A ROMA: ARCHITETTURA E CURIOSITÀ
Tra tutte le meraviglie di Roma, oggi ti voglio parlare della Chiesa di Sant’Agnese in Agone, bellissima opera che affaccia su Piazza Navona, conosciuta soprattutto per la bellissima sagrestia costruita da Francesco Borromini. Tra l’altro, ha mai sentito parlare della rivalità tra quest’ultimo e Gian Lorenzo Bernini? Continua a Leggere!
L’idea di parlarti della Chiesa di Sant’Agnese in Agone mi è venuta dopo un mio soggiorno all’hotel Eitch Borromini situato nel Seicentesco “Collegio Innocenziano” di cui ti parlerò tra poco. Se avrai l’occasione di andarci, ti consiglio di andare a mangiare sulla terrazza dell’hotel per poter godere di una vista dall’alto di Piazza Navona!
CHIESA DI SANT’AGNESE IN AGONE
La chiesa di Sant’Agnese in Agone sorge già a partire dall’Ottavo secolo d.C. sul lato occidentale di Piazza Navona, l’antico Stadio di Domiziano. L’edificio fu costruito sul luogo in cui, secondo la tradizione, la giovane cristiana Agnese subì il martirio, durante le persecuzioni di Diocleziano.
L’attuale costruzione fu ideata dall’architetto Girolamo Rainaldi nel 1651, sotto commissione di Papa Innocenzo X. Portata a termine la costruzione dell’imponente palazzo della famiglia Pamphilj in piazza Navona, il pontefice incaricò l’architetto dell’edificazione di una chiesa che sostituisse quella precedente più antica. I lavori iniziarono il 15 agosto 1652 e il 3 settembre iniziò la demolizione della vecchia Sant’Agnese.
Rainaldi, che diresse i lavori di costruzione con il figlio Carlo, progettò un edificio a pianta centrale a croce greca.
CHIESA DI SANT’AGNESE IN AGONE: L’INTERVENTO DI FRANCESCO BORROMINI
Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione. L’incarico passò a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili. Egli fece questa scelta per non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne.
Alla morte del Pontefice, nel 1655, il suo successore Alessandro VII costituì una commissione che indagasse sugli eventuali errori del Borromini. I rapporti tra il Borromini e la committenza divennero sempre più difficili fino all’abbandono dei lavori da parte dell’architetto.
Al momento era già stata probabilmente portata a termine la zona centrale della facciata assieme alla trabeazione, mentre mancava il frontone centrale con la lunetta e il lanternino della cupola. Fu richiamato a portare a termine i lavori Carlo Rainaldi che alterò il progetto borrominiano apportando significative modifiche alla lanterna e ai campanili, eliminando così tutta la fantasia espressa dall’architetto ticinese.
Nel 1667 Donna Olimpia Maidalchini, vedova del fratello di Innocenzo X, incaricò Gian Lorenzo Bernini dei lavori di finitura generale. Le modifiche apportate dal Bernini riguardarono soltanto l’interno.
CHIESA DI SANT’AGNESE IN AGONE: IL COLLEGIO INNOCENZIANO
Eretto sul lato occidentale di Piazza Navona, il Collegio rappresenta l’ultimo intervento costruttivo del programma intrapreso dalla famiglia Pamphilj.
Collocato sul lato destro della Chiesa di Sant’Agnese in Agone, nell’area dove precedentemente sorgeva Palazzo Ornano, l’edificio deve il nome a papa Innocenzo X.
Il Collegio era destinato ad ospitare il clero della chiesa di Sant’Agnese e i figli dei dipendenti dei Pamphilj avviati alla carriera ecclesiastica.
Francesco Borromini iniziò i lavori nel 1654, pianificando una struttura a pianta quadrata. L’avanzamento dei lavori fu particolarmente lento: distrutto Palazzo Ornano, il Collegio non era stato ancora completato nel 1666, come risulta dal testamento redatto da Camillo Pamphilj, che chiese al figlio Giambattista di portarlo a compimento. Quest’ultimo, affiancato dalla madre Olimpia Aldobrandini, affidò la decorazione del salone principale della biblioteca a Francesco Cozza, pittore calabrese della scuola del Domenichino, che vi lavorò dal 1667 al 1672.
CURIOSITÀ: L’INSULA PAMPHILJ
La famiglia Pamphilj ebbe un ruolo fondamentale nella trasformazione di Piazza Navona. Acquisendo diversi edifici che si affacciavano sul lato ovest della piazza li unificò nel complesso monumentale che comprende palazzo Pamphilj, la chiesa di Sant’Agnese in Agone e, appunto, il Collegio Innocenziano.
L’idea di creare la cosiddetta “Insula Pamphilj” nacque sin dal 1470 con Antonio, nobile di Gubbio divenuto procuratore fiscale presso la Camera Apostolica, che prese dimora in Piazza di Parione, oggi Piazza Pasquino. Egli allargò con il tempo le sue proprietà, la cui rapida e decisiva espansione avverrà con Giovanni Battista, il cardinale che salirà al soglio pontificio con il nome di Innocenzo.
CHIESA DI SANT’AGNESE IN AGONE: LA SAGRESTIA DEL BORROMINI
Dal 1658, Francesco Borromini iniziò la costruzione della Sagrestia di Sant’Agnese in Agone, nota come “sagrestia d’estate”. Egli l’aveva progettata con tre assi di raccordo fra la Chiesa e il Collegio Innocenziano, inserita nella struttura di quest’ultimo palazzo.
Dopo l’allontanamento dell’artista, Andrea Baratta terminò la costruzione. Vi si accede da un corridoio che da via Santa Maria dell’Anima immette nel braccio nord della Chiesa.
ARCHITETTURA DELLA SAGRESTIA
Si tratta di un ambiente rettangolare con angoli convessi che propone un impianto ecclesiale destinato alle funzioni private della famiglia Pamphilj. La sagrestia presenta la tipica quadripartizione delle antiche chiese paleocristiane: un vano d’ingresso, il nartece, l’aula e il presbiterio. Il nartece, con la nicchia per il lavamano in marmo realizzato da Andrea Baratta è collegato alla navata da un grande arcone.
Il presbiterio è un piccolo ambiente rettangolare con volta a botte dedicato alla Vergine. Sono presenti affreschi di Francesco Allegrini, rappresentanti le storie di Maria:
- la Madonna sull’altare
- la Natività di Maria
- l’Annunciazione sulle pareti laterali
- Angeli in adorazione nella lunetta della parete di fondo
- la Gloria di Sant’Agnese sulla volta realizzata da Paolo Gismondi a partire dal 1644
CURIOSITÀ SULLA SAGRESTIA
Questa piccola stanza è il luogo più segreto e misterioso dell’intero Collegio Innocenziano. Qui il papa Innocenzo X poteva venire a conoscenza degli intrighi della Corte santa o della sua stessa famiglia. Seduto infatti dietro la grata della finestra poteva vedere e ascoltare, senza essere visto, chi stava all’interno della sagrestia.
FRANCESCO BORROMINI
Francesco Castelli più conosciuto come Borromini, architetto dalla personalità geniale e tormentata, nacque a Bissone, sul lago di Lugano, il 25 settembre del 1599. Egli fu, col suo antagonista Gian Lorenzo Bernini, una delle più originali e importanti figure dell’architettura del Diciasettesimo secolo in Italia.
Scalpellino presso la Fabbrica del Duomo di Milano, si trasferì in seguito a Roma, dove partecipò alla fabbrica di San Pietro fin dal 1619, guidata all’epoca da Carlo Maderno. Qui ebbe modo di studiare le opere antiche e quelle di Michelangelo, da allora grande modello dell’artista.
Alla morte di Maderno fu aiuto di Gian Lorenzo Bernini nella costruzione del Baldacchino di San Pietro, che tuttavia è noto solo come “baldacchino del Bernini”. Trovatosi da subito in contrasto con Bernini, cominciò la sua attività autonomamente con la realizzazione del progetto per la chiesa e il chiostro di San Carlo alle Quattro Fontane detta il San Carlino. Ovviamente le sue opere sono numerose, magari approfondirò l’argomento in articoli futuri 🙂
LA SUA PERSONALITÀ
Borromini era una persona solitaria, impulsiva, melanconica e dal carattere molto irascibile. In vita, sofferse molto della rivalità col Bernini, più solare e predisposto ai rapporti umani. D’altro canto, sul piano della carriera e della considerazione, Borromini riuscì pur sempre a godere del mecenatismo di papa Innocenzo X.
Purtroppo il suo carattere depressivo e la crescente frustrazione causata dai successi del rivale, lo spinsero al suicidio. Si suicidò a Roma il 3 agosto 1667, gettandosi contro una spada.
IL SUO STILE
Borromini oltre lo scopo di meravigliare e stupire l’osservatore con l’architettura barocca romana, si propone di offrire una visione delle forme meno celebrativa. Egli introduce un nuovo modo di concepire lo spazio, modellandolo, dilatandolo e contraendolo. Egli usa materiali poveri come murature in mattoni, intonaco bianco e decorazioni a stucco, rifuggendo all’uso di marmi e materiali pregiati per concentrarsi sulla forma architettonica. La luce per Borromini è un elemento fondamentale.
DIFFERENZA TRA BORROMINI E BERNINI
Se Bernini era scultore e architetto, Borromini trattava l’architettura stessa come una scultura. Basti pensare alla facciata ondulata della chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, sempre a Roma e una delle mie preferite! Mi verrebbe da dire che Borromini interpretava l’architettura con soluzioni più eleganti rispetto al suo avversario.
RIVALITÀ TRA DUE GENI
Quando studiavo storia dell’arte capitava di leggere e sentire aneddoti, curiosità e leggende sugli artisti. Inutile dire che queste erano le informazioni che più mi rimanevano in testa! Una tra queste è la rivalità tra Francesco Borromini e Gian Lorenzo Bernini.
Secondo una leggenda i due artisti stavano lavorando entrambi a Piazza Navona, il Bernini per la celebre fontana dei Quattro Fiumi, e Borromini per la Chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Secondo la tradizione popolare, due statue della fontana rivolgerebbero uno sbeffeggio all’opera di Borromini:
- il Rio della Plata solleva un braccio per ripararsi dal crollo dell’edificio
- il Nilo si copre la testa con un velo per non guardare la bruttezza della chiesa.
D’altra parte Borromini pose una statua di Sant’Agnese in corrispondenza della fontana, così che sembrasse che le figure avessero paura di una donna. Molti storici asseriscono che questa sia solo una leggenda ma a me piace pensare che non lo sia 😉
Invece, è indubbiamente vera la storia riguardante il palazzo di Propaganda Fide. La commissione della costruzione del palazzo in piazza Mignanelli, era stata tolta a Bernini in favore del rivale. Sai cosa fece quest’ultimo? Fece scolpire due orecchie d’asino nell’angolo vicino alla casa di Gian Lorenzo. A sua volta il Bernini scolpì un enorme membro maschile che puntava verso il cantiere del Borromini. Solo l’intervento delle autorità costrinse i due avversari a rimuovere le reciproche “accuse”.
Fammi sapere nei commenti se ti sono piaciute queste curiosità su Borromini e Bernini!